Al NextTech Festival c'erano i Noisia. Una parte di essi, almeno. Davanti a loro c'era una platea di accaldati e nervosi personaggi di età indistinta, che l'illuminazione del Viper club contribuiva a nascondere abbattendo il gap generazionale tra sedicenni rampanti e trentenni col cappellino da baseball e la visiera ben piantata in testa. Tra i fuochi di palco e sala, il muro sonoro a dividere in due il locale.
Andare a sentire un dj set dei Noisia (ma in generale di tutti i sottogeneri della drum and bass più rumorosi e tamarri) significa ogni volta alzare di un po' l'asticella del rischio sordità. Specialmente nei club nostrani, dove più spesso gli impianti sono tarati per tuttaltri generi musicali. Nonostante tutti gli impedimenti del caso vale la pena di dedicare una notte a farsi pettinare le orecchie dalla selezione che i tre producer dai Paesi Bassi sparano …
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